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Mirtide Gavelli

Fiorenza e il Risorgimento

 

La memoria di chi ha dedicato la propria vita allo studio e all’arte è documentata dalle tracce che ha lasciato; la memoria di chi ha dedicato la propria vita alla ricerca storica è affidata agli scritti frutto del suo lavoro e del suo costante impegno, sostenuti dal piacere della divulgazione del sapere.

ha lasciato numerosi libri, saggi, articoli, indiscusse tracce delle sue riflessioni e del suo lavoro, frutto di giorni e giorni trascorsi negli archivi e nelle biblioteche a scoprire nelle carte storie e microstorie da raccontare e da rendere non esclusivamente ad una platea accademica, bensì a un largo pubblico interessato a conoscere e riflettere sulla propria storia e sulla propria memoria [...] (Nota 1).

Queste parole, scritte non troppi anni or sono da Fiorenza Tarozzi (Nota 2) nella prefazione ad un inedito di uno dei suoi maestri, il professor Umberto Marcelli, si adattano perfettamente a lei stessa, alla sua personalità, al suo percorso di docente e di persona dotata di straordinaria umanità ed empatia.
Diplomata maestra alle Scuole Laura Bassi, Fiorenza aveva appreso (o aveva innata?) la capacità di insegnare e di rapportarsi con i giovani, qualità che andò sviluppando lungo tutto il suo percorso lavorativo, che la aveva portata lontano dai bimbi e vicino ai giovani adulti che frequentano l’Università.
Entrata come docente di Storia contemporanea all'Università di Bologna nel 1971, all’indomani della laurea conseguita nel 1970 con una tesi dedicata a La Società operaia di Bologna dal 1877 al 1885, relatore il professor Aldo Berselli (Nota 3), si è sempre occupata di Storia del Risorgimento o, per dirla in modo più corretto e più attuale, di Storia contemporanea legata allo sviluppo della società civile in tutte le sue innumerevoli sfaccettature.
Il suo legame con il Risorgimento, ed in particolare con il Museo civico del Risorgimento di Bologna, l’istituzione di cui faccio parte, risale a quegli anni lontani, e si è sempre mantenuto ed anzi  rafforzato nel tempo, costruendo legami non solo lavorativi ma anche amicali ed affettivi.
Cosa legava Fiorenza al nostro istituto, ed in particolare alla sua parte bibliotecaria ed archivistica? Sicuramente l’interesse lavorativo. Ma questo interesse si andava costantemente incrementando grazie alle continue scoperte che venivano fatte tra le sue carte, i suoi archivi, i suoi manifesti, le lettere, le stampe, le fotografie, insomma, seguendo i fili della vita che si possono ricostruire scavando ed approfondendo.
Quando Fiorenza cominciò a frequentare la nostra Biblioteca? Partendo dalla data della sua laurea, abbiamo cercato e ritrovato sul registro delle firme il suo primo “autografo”, apposto il 15 gennaio 1970.
Da quel giorno in poi, fino agli ultimi mesi prima dell’aggravamento della malattia, nella primavera del 2017, Fiorenza aveva salito i nostri 70 gradini (senza ascensore!) migliaia di volte: per studio, per ricerca, per accompagnare studenti e far loro lezione, per spiegare ai giovani come utilizzare gli schedari della biblioteca ed orientarsi nei primi passi del faticoso percorso della ricerca storica, per progettare mostre, conferenze, ricerche, tematiche da sviluppare sul «Bollettino del Museo del Risorgimento», per fare gli auguri di fine anno e portare cioccolatini e dolcetti a tutti (noi bibliotecari, i volontari anziani, ecc. tutti egualmente ringraziati per la collaborazione che riceveva), per le riunioni del Comitato di Bologna dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
Gli studi sul Risorgimento, in parallelo alle altre tematiche che col tempo andò sviluppando (le origini del fascismo, la storia del giornalismo, del socialismo e dell’anarchismo, del movimento cooperativo e del mutualismo operaio ottocentesco, la storia delle donne, il rapporto fra donne e lavoro, e tanto altro ancora) segnarono dunque i suoi primi passi nel mondo della ricerca storica, e ad essi restò sempre particolarmente legata, facendola diventare un punto di riferimento autorevole per la storia del “lungo Ottocento”, e non solo, a Bologna e in Italia.
Come dicevamo, da quel lontano gennaio 1970, quando giunse per la prima volta quassù per cimentarsi con l’Archivio della Società Operaia di Bologna, Fiorenza dedicò sempre energia e tempo alla storia del Risorgimento, giustamente inteso come fondamentale momento storico di passaggio tra i secoli pre-illuministi e la modernità del Novecento. Un Risorgimento inscindibile dalla storia globale del secolo, quell’Ottocento ancora tanto bistrattato ma decisamente misconosciuto, fonte invece di continue scoperte di sicuro interesse e, spesso, di autentico divertimento. Soprattutto, frequentando la storia dell’Ottocento tout-court, era diventata una delle prime convintissime sostenitrici della fondamentale importanza dell’intreccio tra discipline diverse. Da qui le collaborazioni sempre caldamente sollecitate e portate avanti, con specialisti di discipline “altre”, viste non più solo come fonte di corredo iconografico per gli studi politici o culturali, ma come veri e propri tasselli fondamentali per la comprensione di un’epoca: pittura, scultura, musica, narrativa, poesia, arti applicate, tecnologia… tutto veniva convogliato nel sentiero della ricerca, per potere meglio comprendere il periodo studiato.
La Società Operaia, dicevamo, fu l'argomento di un corposo saggio comparso sul «Bollettino del Museo del Risorgimento» del 1977, cui seguì il più ampio volume Il risparmio e l'operaio (1987), e da cui prese il via una ininterrotta collaborazione con l'attività scientifica ed editoriale del Museo.
Fu soprattutto grazie a Fiorenza ed ai suoi consigli che il «Bollettino» si trasformò: da raccoglitore di saggi di argomenti vari, divenne un periodico monografico, allargando il proprio campo di indagine a tematiche nuove, spesso da lei stessa suggerite, secondo le tendenze della storiografia più aggiornata.
Nei numeri monografici dedicati all'Emancipazione femminile (a. 1984-1985), all'Associazionismo e alla sociabilità  (a. 1987-1988), alla storia del nostro Museo (a. 1989), ad Armando Borghi e all'anarchismo (1990), ai prestiti nazionali nella Grande Guerra (a. 1991), alle società dei Reduci e Superstiti delle battaglie risorgimentali (a. 1994), agli anni della Restaurazione (a. 1999-2000), allo studioso e rivoluzionario Livio Zambeccari (a. 2001), all’ultimo corposissimo numero dedicato ai volontari garibaldini emiliano-romagnoli  partiti nel 1914-1915 per le Argonne (a. 2013-2016), Fiorenza figura sempre tra i curatori e/o tra gli autori dei saggi. E, come detto, ha collaborato anche alla fase iniziale di redazione e curatela dell’ultimo numero uscito (a. 2017), dedicato al suo maestro Aldo Berselli.
Grazie al suo impulso, anche gli argomenti “tradizionali” poterono essere  affrontati secondo nuovi approcci, più attenti ai risvolti sociali, economici e culturali del Risorgimento, come mostrano i volumi  pubblicati dal Museo nel corso degli anni: Colorare la patria. Tricolore e formazione della coscienza nazionale. 1796-1914 (1996), Risorgimento e Teatro a Bologna (1998), Un giorno nella storia di Bologna. 8 agosto 1848 (1998),  Ugo Bassi: metafora, verità e mito nell'arte italiana del XIX secolo (1999), Cent'anni fa Bologna (2000), Giovani, volontari e sognatori. I Garibaldini dal Risorgimento alla Grande Guerra (2003): di questi, che spesso erano anche i cataloghi di mostre realizzate all'interno delle sale espositive del Museo, Fiorenza volle sempre essere co-curatrice, insieme a noi e ad altri studiosi, secondo la modalità partecipativa e coinvolgente che la contraddistingueva, sempre attenta a valorizzare il contributo di ciascuno. Con il passare del tempo ed il calare dei fondi economici a disposizione, il nostro Museo non ha più pubblicato patinati cataloghi, ma la collaborazione di Fiorenza non è venuta certo a mancare. Le mostre degli anni successivi, realizzate “in economia”, hanno spesso sfruttato la sua competenza e disponibilità, come testimonia l’ultima particolare fatica comune: Voci di scrittori: parole di guerra, parole dalla guerra, curata proprio da Fiorenza con Mirtide Gavelli ed Alessandro Zironi, realizzata nell’autunno 2016 in collaborazione con il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne e il Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà dell’Università di Bologna. Una particolare mostra dedicata alla letteratura della Grande Guerra, pensata per il centenario di quell’evento, giocata su due piani: da una parte testi e fotografie su pannelli, dall’altra un lungo e affascinante filmato che vede come protagonisti studenti dell’Università di Bologna e loro colleghi del progetto Erasmus, che, in luoghi “speciali”, leggono in lingua originale ed in traduzione italiana brani da letterature sconosciute nel nostro paese. Una faticosa realizzazione, densa di soddisfazioni, che Fiorenza aveva voluto con molta decisione, anche in considerazione dei legami che la univano al Dipartimento di Lingue.
Fiorenza scrisse anche l'ampio saggio introduttivo de Il Museo del Risorgimento di Bologna, pubblicato nel 2013: il primo vero e ponderoso catalogo a stampa del nostro ultracentenario istituto, realizzato grazie alla collaborazione con l’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, Istituto con il quale Fiorenza ebbe una lunga e proficua collaborazione, intensificatasi negli anni del 150° anniversario dell’Unificazione italiana (tra tutti: ... E finalmente potremo dirci italiani: Bologna e le estinte legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, curato da Claudia Collina e dalla stessa Fiorenza, stampato a Bologna dalla Tip. Compositori nel 2011).
Fiorenza però non soltanto ha svolto un ruolo fondamentale per il Museo dal punto di vista scientifico, ma ha portato il suo contributo di idee e di energie, in modo sempre propositivo e generoso, anche negli aspetti organizzativi e gestionali dei diversi progetti culturali, ricoprendo tra l'altro – a partire dal 1999 –  il ruolo di presidente del Comitato di Bologna dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, che nel corso di tutti questi anni si è rivelato un partner importante e spesso essenziale in molte iniziative.
Profonda conoscitrice del Museo e delle sue raccolte, non ha mai voluto tenere solo per sé queste conoscenze. Al contrario, grazie a lei molti docenti universitari hanno avuto modo di avvicinarsi all'importante patrimonio bibliografico e documentario in esso conservato, traendone materiale per il proprio lavoro scientifico.
E numerosi sono stati gli studenti che Fiorenza, con grande passione didattica, ha introdotto alla scienza storica attraverso lo studio delle fonti presenti nel nostro Archivio, e che si sono poi laureati lavorando su di esse, gli stessi che oggi la ricordano con rimpianto ed affetto.
Ma oltre ad essere una studiosa, un'organizzatrice di cultura, una docente, Fiorenza è stata soprattutto un'amica, una persona di grande sensibilità, con cui era facile sentirsi a proprio agio e valorizzati, con cui veniva spontaneo condividere intuizioni, idee, progetti, anche difficoltà. Una persona capace di stimolare ciascuno di noi a dare il meglio di sé, in vista di un risultato da conseguire insieme.

Appendice 1

Bibliografia: pubblicazioni in collaborazione con il Museo del Risorgimento:

Saggi pubblicati sul «Bollettino del Museo del Risorgimento»: 

La Società Operaia di Bologna dal Mutuo Soccorso alla "resistenza" (1870-1885), in Atti del Convegno di studi su «La Comune di Parigi e la crisi delle formazioni politiche del Risorgimento» (16-18 novembre 1973), a. XX-XXI-XXII, 1975-1976-1977, pp. 41-105; Armando Borghi organizzatore politico-sindacale a Bologna (1907-1911), a. XXVIII, 1983, pp. 24-36; «Anche sotto l'ombra dei cipressi»: la Società di Cremazione a Bologna (1884-1914), con M. Gavelli, in Associazionismo e forme di sociabilità in Emilia-Romagna fra '800 e '900, a cura di M. Ridolfi e F. Tarozzi, a. XXXII-XXXIII, 1987-1988, pp. 107-143; La classe dirigente bolognese e il «Tempio del Risorgimento», con A. Albertazzi, in Il primo centenario del Museo del Risorgimento di Bologna, a. XXXIV, 1989, pp. 23-36; Virgilia d'Andrea, la poetessa dell'anarchia, in Atti del Convegno di Studi: Armando Borghi nella storia del movimento operaio italiano ed internazionale, a. XXXV, 1990, pp. 45-54; "Il cuore e il portafoglio". Gli italiani di fronte ai prestiti di guerra, in L'oro e il piombo. I prestiti nazionali in Italia nella Grande Guerra. Bologna, Museo Civico del Risorgimento (4 novembre 1991- 31 maggio 1992). Mostra e catalogo, a. XXXV, 1991, pp. 11-20; Con la guerra nella memoria: reduci, superstiti, veterani nell'Italia liberale, a cura di A. Preti e F. Tarozzi, a. XXXIX, 1994; Introduzione storica al Memoriale dell’8 agosto 1848 scritto da Luigi Paioli detto il Matto dei Bastoni popolano bolognese, a. XL-XLI, 1995-1996, pp. 9-22; Negli anni della Restaurazione, a cura di M. Gavelli e F. Tarozzi, a. XLIV-XLV, 1999-2000; Dopo l'esperienza sudamericana: politica, azione e impegno sociale di Livio Zambeccari, in Tra il Reno e la Plata: la vita di Livio Zambeccari studioso e rivoluzionario, a cura di M. Gavelli, F. Tarozzi e R. Vecchi, a. XLVI, 2001, pp. 39-54; Premessa di M. Gavelli e F. Tarozzi in Agamennone Zappoli poeta e drammaturgo, di M. Calore, a. XLVIII, 2003; Donne contro la guerra. Donne per la pace, con E. Guerra e E. Musiani, in Archiviare la guerra: la Prima Guerra Mondiale attraverso i documenti del Museo del Risorgimento, a. L, 2005, pp. 17-39; Tra Nizza e le Argonne. I volontari emiliano-romagnoli in camicia rossa 1914-1915, a cura di M. Gavelli e F. Tarozzi, a. LVIII-LXI, 2013-2016.

Volumi:

Risorgimento e teatro a Bologna 1800-1849, a cura di M. Gavelli e F. Tarozzi, Bologna, Patron 1998; Cent'anni fa Bologna. Angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, a cura di O. Sangiorgi e F. Tarozzi, Bologna, Costa 2000; Dai campi di battaglia a Caprera. Le Osservazioni di Giuseppe Nuvolari alle Memorie del Generale Garibaldi, a cura di M. Gavelli, O. Sangiorgi e F. Tarozzi, Bologna, Museo civico del Risorgimento 2005; Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di S. Benati, M. Gavelli e F. Tarozzi; presentazione di A. Varni, Bologna, BUP [2005]; U. Marcelli, Imola nel Risorgimento: un inedito Ottocento imolese, a cura di C. Sabattani, Imola, Angelini 2011; Dentro la storia. Il Museo del Risorgimento di Bologna, in Il Museo del Risorgimento di Bologna, Catalogo a cura di M. Gavelli e O. Sangiorgi, Bologna, BUP 2013, pp. 1-28. 

Cataloghi:

Collaborazione ai testi ed alla progettazione della mostra: Passi di danza, passi di parata. Feste civili e patriottiche a Bologna. 1796-1870, a cura di C. Collina e M. Gavelli, Museo civico del Risorgimento, Bologna  1994; Colorare la patria. Tricolore e formazione della coscienza nazionale. 1796-1914, a cura di M. Gavelli, O. Sangiorgi, F. Tarozzi, Vallecchi, Firenze 1996; Un giorno nella storia di Bologna. 8 agosto 1848, a cura di M. Gavelli, O. Sangiorgi, F. Tarozzi, Vallecchi, Firenze 1998; Ugo Bassi: metafora, verità e mito nell'arte italiana del XIX secolo, a cura di C. Collina, M. Gavelli, O. Sangiorgi, F. Tarozzi, Compositori, Bologna 1999; Giovani, volontari e sognatori: i Garibaldini dal Risorgimento alla Grande Guerra, a cura di R. Balzani, M. Gavelli, O. Sangiorgi e F. Tarozzi, Costa, Bologna 2003.

Appendice 2

Fiorenza e il Comitato di Bologna dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano

L’Istituto per la storia del Risorgimento italiano nacque ufficialmente nel 1935, come trasformazione della Società Nazionale per la storia del Risorgimento, istituita nel 1906. I Comitati provinciali godono di una discreta autonomia, ed il Comitato bolognese in particolare, ha da sempre indirizzato tale autonomia ad una fattiva collaborazione con il locale Museo del Risorgimento.
Questa tradizione, portata avanti in passato da Giovanni Natali ed Umberto Marcelli, storici presidenti, fu accolta e portata avanti da Fiorenza Tarozzi. Fiorenza era stata nominata vice-presidente nel dicembre 1996 e, all’indomani della morte di Marcelli, il 7 settembre 1999, era stata eletta Presidente, raccogliendone il testimone e divenendo Presidente, sempre poi riconfermata nelle elezioni successive. In questa veste aveva potuto offrire tutta la collaborazione possibile alla realizzazione di progetti, quasi tutti, come detto, in collaborazione con il Museo: contributo all’impianto di spettacoli teatrali, realizzazione di documentari, conferenze, realizzazione di siti e produzioni digitali, spesso decisamente precursori dei tempi, unitamente alle collaborazioni con British Council, Associazione Mazziniana Italiana, Forum delle Associazioni culturali bolognesi, Fondazione del Monte, Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna, Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna e tantissime altre realtà bolognesi, cosa che aveva consentito di creare una rete di attività di tutto rilievo, pur nella ricorrente penuria di finanziamenti.
Tra questi importanti contributi, ricordiamo come la competenza di Fiorenza fu preziosissima in termini culturali ma anche come aiuto amministrativo nella realizzazione di documentari e lavori multimediali che, a partire dagli anni 2000, vennero prodotti in collaborazione con giovani documentaristi che a lei ed a noi si rivolgevano proponendo queste nuove strade.
Ecco così nascere, anche grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e di altri partners i documentari Bologna nel lungo Ottocento (2008), La città rossa nella Grande Guerra (2008), Operazione Radium (2009) e Bologna la Nera (2012), tutti firmati da Alessandro Cavazza, per i quali Fiorenza aveva fornito ampia consulenza storica nonché l’intermediazione del Comitato per l’acquisizione di finanziamenti, e aveva anche prestato la propria immagine e voce in numerose interviste (è possibile ascoltarle e riviverle cercandone gli stralci sul portale www.storiaememoriadibologna.it, mettendo proprio il suo nome nella finestra di ricerca “tutto l’archivio”).

 

NOTE:

Nota 1 F. Tarozzi, Prefazione, in U. Marcelli, Imola nel Risorgimento: un inedito Ottocento imolese, a cura di C. Sabattani, Angelini Imola 2011.
A Umberto Marcelli Fiorenza dedicò anche il ricordo comparso sulla «Rassegna storica del Risorgimento», 4 (1999): «Il 9 giugno 1999 è morto a Bologna Umberto Marcelli, aveva da poco compiuto 89 anni (era nato l'8 aprile 1910). Una lunga vita dedicata agli affetti più cari: la famiglia, l'insegnamento, lo studio. Impegni e doveri la scuola e la ricerca scientifica che ha saputo e voluto svolgere con largo trasporto e tenace affezione, come testimoniano il ricordo di quanti sono stati suoi allievi prima, collaboratori e amici poi.Insegnante al liceo classico Galvani dal 1946 uno dei più illustri istituti cittadini dove si era maturato nel 1929 e dove tornò, per chiudere la sua carriera, come preside lasciò quell'incarico all'inizio degli anni sessanta per assumere la presidenza del più antico istituto magistrale cittadino, il Laura Bassi. In quegli stessi anni, ottenuta la libera docenza in Storia del Risorgimento, venne chiamato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo bolognese sulla cattedra che era stata di Giovanni Natali.
Insegnamento e ricerca divennero, da allora, qualcosa di inscindibile come dimostrano numerosi studi nati spesso come lezioni ai suoi studenti…  Dal 1962 al momento della scomparsa Umberto Marcelli è stato Presidente del Comitato bolognese dell'Istituto ..., un impegno che ha inteso come fattivo di iniziative… In gran parte i risultati di questi incontri sono stati pubblicati sul Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna.
Del resto Marcelli, sempre disponibile a offrire con generosità il suo sapere, non ha mai mancato di collaborare alle iniziative svolte dal Museo del Risorgimento bolognese dove lo ricordano sempre come: un gentiluomo d'altri tempi, una persona umanamente squisita, che univa un'enorme competenza scientifica a un'affabilità rara».
Leggendo queste note, non si può fare a meno di considerare come il percorso di Fiorenza sia stato tanto simile a quello del suo maestro Marcelli: dalle scuole Laura Bassi all’Università, alla Presidenza dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano-Comitato di Bologna, presidenza assunta all’indomani della morte di Marcelli, nel 1999, e tenuta fino al 2017, al momento della sua scomparsa. Torna al testo

Nota 2 Fiorenza era nata a Bologna nel 1948, ed è scomparsa il 15 luglio del 2017, sempre a Bologna. Note in sua memoria sono state scritte da alcuni dei suoi più cari amici. Si veda dunque: G. Sofri, Fiorenza Tarozzi, in http://storiaefuturo.eu/fiorenza-tarozzi-musiani/, in cui è tratteggiato un tenero e commosso ritratto della studiosa e della donna, ed anche la brevissima nota di Alberto Preti redatta come necrologio per il sito della SISSCO, Società italiana per lo studio della storia contemporanea, di cui Fiorenza faceva parte: Fiorenza Tarozzi 1948-2017 in http://www.sissco.it/in-memoriam/fiorenza-tarozzi/, o ancora le parole di Elda Guerra sul sito della Fondazione Argentina Altobelli http://www.fondazionealtobelli.it/uno-scritto-di-elda-guerra-per-ricordare-la-compianta-fiorenza-tarozzi/. Molti altri contributi, più o meno intensi, sono reperibili sul web. Torna al testo

Nota 3 Ad Aldo Berselli è dedicato l’ultimo numero monografico del «Bollettino del Museo del Risorgimento» cui Fiorenza ha lavorato, uscito nel gennaio 2018: F. Cammarano, A. Preti, F. Tarozzi (a cura di), Rileggere Aldo Berselli, a. LXII, 2017. Il volume, che raccoglie gli atti di una giornata di studio dedicata a Berselli, è stato fortemente voluto da Fiorenza che, finché ha potuto, vi ha lavorato con il consueto slancio. Torna al testo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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