Abstract - Claudia Locchi, Il socialismo come sovversivismo nella Bologna di epoca liberale. Un’analisi dei fascicoli dello schedario politico della Questura

Le fonti di polizia consentono di ricostruire l’universo del socialismo di epoca liberale a Bologna, dove tra il 1872 al 1913 vengono schedati 700 socialisti, per lo più appartenenti alle classi sociali più umili. Tra i soprusi subiti per opera della polizia, comune era l’esperienza del carcere. La strategia dello Stato liberale era quella di declassare l’opposizione politica a delinquenza comune, adoperando i delitti contro l’ordine pubblico che, senza connotare politicamente i reati, colpivano con efficacia le libertà di pensiero e di espressione. Il contributo più originale della fonte sta nella possibilità di indagare le categorie interpretative e l’universo mentale degli agenti di Pubblica sicurezza che giudicavano sulla pericolosità dei socialisti: ad essere temuta era la capacità di partecipazione alla vita pubblica, e per questo si voleva imporre uno stile di vita in cui prevalesse l’ambito privato. Vengono così delineati i luoghi comuni sul socialista “medio”, con attenzione al carattere di ambiguità proprio di ogni pregiudizio, compreso quello circa la subordinarietà della donna.

Parole chiave: socialismo, Stato liberale (1872-1913), ordine pubblico, Pubblica sicurezza, donna

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