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Il testo prende in esame il fondo del casellario politico della Questura di Bologna conservato presso l’Archivio di Stato di Bologna, analizzandolo sotto i profili quantitativo, qualitativo e cronologico. L’autore, nell’interrogarsi sulle motivazioni storico-politiche delle variazioni nel numero dei fascicoli e nelle tipologie dei sovversivi controllati, evidenzia come la prassi della schedatura di polizia, nata prima del fascismo, conobbe la sua massima espansione negli anni della dittatura mussoliniana, per poi proseguire, in misura via via ridotta, in età repubblicana fino agli anni Ottanta del Novecento.


Parole chiave: 1872-1983; sovversivi; fascismo; casellario politico di Bologna; archivi

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