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Il saggio dà conto di un percorso formativo per la costruzione di una cittadinanza attiva compiuto da e con gruppi di donne nel contesto socio-culturale che caratterizza l'oriente boliviano di Santa Cruz de la Sierra. Essere donna in Bolivia è ancora oggi difficile: le vecchie radici maschiliste hanno creato un'apartheid dura a morire. In questo contesto, i movimenti femministi degli anni Ottanta, come Mujeres Creando, insieme ai movimenti sociali come la Coordinatora della Mujer, hanno esercitato forti pressioni sulle istituzioni e hanno accompagnato il processo di transizione dalla dittatura alla nuova fase democratica, contribuendo alla realizzazione di importanti  riforme costituzionali e allo sviluppo di quel dinamismo culturale che ha avviato il processo di cambiamento socio-culturale ed economico tuttora in atto. Tra le riforme dell'attuale governo boliviano la Legge integrale per garantire alle donne una vita libera dalla violenza (Legge 348 del 2013) affronta un fenomeno sociale considerato una urgenza nazionale: la violenza fisica, sessuale e psicologica, di cui è quotidianamente vittima la donna. Per essere efficace tale legge ha bisogno di essere sostenuta da un processo culturale in grado di decostruire quegli atteggiamenti che fanno della Bolivia un paese dove il fenomeno della violenza di genere assume dimensioni impressionanti. In tal senso il problema della violenza sulle donne chiama in causa l'intero sistema della formazione e richiede la realizzazione di percorsi pedagogici connotati da reciprocità, dialogo, solidarietà, in un clima di riflessione, di cooperazione e di non-violenza. La consapevolezza dei propri diritti e gli strumenti per il loro riconoscimento e tutela sono stati gli obiettivi del progetto di ricerca realizzato dall’Associazione Mujeres por la Solidaridad e promosso all’interno del Master I percorsi dello storytelling dell'Ateneo Roma Tre. L’approccio incentrato sulla narrazione e sulla competenza emotivo-affettiva ha permesso di identificare le diverse forme di violenza di genere e gli strumenti per prevenire ed affrontare tali situazioni nella vita quotidiana delle donne nel Municipio di San José de Chiquitos. I risultati della ricerca, in linea con la Risoluzione 1325 dell’ONU su Donne, Pace e Sicurezza, possono rappresentare un esempio concreto, e il primo passo di un progetto, per costruire, a partire da buone pratiche, reti solidali a livello planetario.

 

Parole chiave: donne, Bolivia, violenza di genere, diritti, storytelling, formazione

 

Profili:

Barbara De Angelis è professore associato di Didattica e pedagogia speciale all’Università degli Studi Roma Tre dove dirige il Master I percorsi dello storytelling.

Fabiola Del Vecchio, insegnante, cofondatrice dell’Associazione italo-boliviana Mujeres por la Solidaridad presso la quale coordina e partecipa a progetti.

Ana Maria Montenegro, educatrice, cofondatrice dell’Associazione italo-boliviana Mujeres por la Solidaridad presso la quale coordina e partecipa a progetti.

Philipp Botes, dottore di ricerca in Pedagogia, è docente al Master I percorsi dello storytelling dell’Università Roma Tre.

 

 

 

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